Il Movimento Nonviolento aderisce alla campagna, promossa dall’Ass. Comunità Papa Giovanni XXIII e rivolta alle Istituzioni, al Parlamento, al Governo, per l’istituzione del Ministero della Pace.
Le motivazioni di questa adesione vengono da lontano e si intrecciano con il nostro attuale impegno nella campagna per la Difesa civile non armata e nonviolenta.
In un articolo del 1948, Aldo Capitini mostrava la speranza che il Fronte Democratico Popolare potesse accogliere la sua proposta di istituire il servizio civile e quella di un Ministero della pace o almeno di un Commissariato per la “Resistenza alla guerra”. La sua proposta fu destinata al naufragio dopo il risultato elettorale da cui la sinistra uscì sconfitta.
Capitini proponeva l’istituzione di un Ministero (o Commissariato – oggi diremmo Dipartimento) per la pace e per la resistenza alla guerra. Questi i compiti da lui immaginati:
“Esso dovrebbe addestrare tutti i cittadini, fin da fanciulli, alla noncollaborazione nonviolenta con un eventuale invasore. In quanti modi si può ostacolare l’invasore senza uccidere nessuno! Ma bisogna imparare, bisogna avere pronti certi mezzi. Una noncollaborazione attivissima di moltitudini non è una terza via oltre la guerra e il cedere? oltre il prendere le armi, che oramai sarebbe sempre al servizio di altri, e il cedere a chi porti la guerra qui?” (Mattino del popolo, 13 marzo 1948).
Settant’anni dopo torna l’idea/proposta, rivolta al mondo della politica, di istituire il Ministero per la pace come una cabina di regia istituzionale che sia in grado di dar corpo ad una politica strutturale per la pace e la prevenzione della violenza. L’ispirazione principale deriva dall’articolo 11 della Costituzione, sia nel suo imperativo di “ripudio della guerra“, sia nella necessità di un “ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni”.
Nel contempo c’è bisogno di ottemperare all’articolo 52 della Carta costituzionale, rivolto ad ogni cittadino chiamato al “sacro dovere” della “difesa della patria“.
Costruire la pace e difendere la patria sono le due facce della stessa medaglia.
La campagna “Un’altra difesa è possibile” ha predisposto il testo della proposta di Legge n. 3438 “Istituzione del Dipartimento per la Difesa civile non armata e nonviolenta“, all’esame della Commissione Difesa della Camera, intendendo il nuovo Dipartimento proprio come una “cabina di regia” della varie forme di difesa civile e non armata già esistenti nel Paese: il servizio civile, i corpi civili di pace, la protezione civile. Il riconoscimento giuridico di forme di difesa nonviolenta è già stato fatto proprio dal nostro ordinamento (due sentenze della Corte costituzionale, la n. 164/1985 e 470/1989, la legge del 230 del 1998 di riforma dell’obiezione di coscienza e la legge 64 del 2001 istitutiva del servizio civile nazionale, e con il Decreto Legislativo n. 40 del 6 marzo 2017 sul Servizio Civile Universale).
Dopo 45 anni dall’entrata in vigore della prima legge sull’obiezione di coscienza al servizio militare e l’avvio del servizio civile, è il momento di sottrarre la parola “difesa” al monopolio militare e di dare corpo ad una politica istituzionale per la pace.
Il Dipartimento della Difesa civile, non armata e nonviolenta ed il Ministero per la Pace sono le due gambe con le quali cammina la necessaria visione del combinato disposto degli articoli 11 e 52 della Costituzione: la costruzione della Pace è il nuovo nome della Difesa della patria.
Mao Valpiana presidente del Movimento Nonviolento