“Di tanti ministeri esistenti, avrei voluto che lei ne avesse aggiunto un altro: il Ministero della Pace. Gli uomini hanno sempre organizzato la guerra. È arrivata l’ora di organizzare la pace”.
Lettera al Presidente del Consiglio – Anno 2001
Don Oreste Benzi – Fondatore Comunità Papa Giovanni XXIII
Lavoriamo insieme per l’istituzione di un Ministero della Pace, articolato in 5 Dipartimenti, che si occupi dell’attuazione di politiche strutturali e concrete, realizzabili fin da subito, per la costruzione della pace.
Il Ministero della Pace si occuperà di:
1. Educazione e Istruzione
promozione della comunicazione nonviolenta, della trasformazione nonviolenta dei conflitti, della giustizia riparativa e dell’educazione alla pace nei curricula scolastici e universitari;2. Politiche Territoriali di Pace
adozione di strumenti di mediazione e prevenzione dei conflitti sociali e ambientali;3. Disarmo
promozione di azioni e di attività di monitoraggio per la riconversione civile dell’industria bellica;4. Difesa Civile Non Armata e Nonviolenta
sostegno ai Corpi Civili di Pace, al Servizio Civile Universale, alle altre forme di difesa civile non armata e nonviolenta;5. Diritti Umani ed Economia di Condivisione
promozione di una cooperazione internazionale equa e sostenibile, nel segno della solidarietà fra i popoli e della giustizia universale.Il Ministero della Pace sarà dotato di due organi propositivi e consultivi, pensati per la programmazione e la progettazione. Indicheranno le priorità da coordinare a livello nazionale. Eccoli:
- Consulta Nazionale dei Costruttori di Pace, organo di rappresentanza delle realtà della società civile impegnate attivamente nella costruzione della pace;
- Comitato interministeriale strumento per il coinvolgimento trasversale di Ministeri, Dipartimenti ed Agenzie.
A livello locale, la proposta si traduce in Assessorati alla Pace, nelle Consulte comunali e nei processi di co-programmazione che vedranno coinvolta la cittadinanza.
Il Ministero della Pace non è utopia, ma una scelta concreta, già operata in alcuni Paesi e sostenuta da oltre 30 Premi Nobel all’interno della Dichiarazione sulla Fraternità Umana di giugno 2023. La sua adozione è stata promossa in sedi internazionali, fra cui il World Meeting on Human Fraternity (Maggio, 2024). Personalità come Jeffrey Sachs, il Premio Nobel John Hume, l’economista Stefano Zamagni ne hanno sottolineato la necessità e l’urgenza.